Quando si parla di platform, il primo nome che ci viene in mente è senz’altro quello del più famoso idraulico di tutti i tempi,lo storico Mario. Se alle piattaforme, però, aggiungessimo qualche banana in più, ecco che ti spunta uno scimmione pronto ad affrontare innumerevoli sfide e famelici coccodrilli pur di non restare a bocca asciutta! Ed è proprio di questo scimmione che parleremo oggi, riferendoci in particolar modo a DONKEY KONG LAND, primo episodio di quella che diventerà una trilogia di successo per il portatile di casa Nintendo.
Sviluppato da Rareware per il Game Boy nel 1995 (ed oggi giocabile sulla Virtual Console del N3DS), Donkey kong Land è in realtà il seguito di Donkey Kong Country uscito per SNES nel 1994.
La storia sulla quale si sviluppa è particolare perché si tratta di una sfida che Cranky Kong, invidioso del successo che i due primati hanno riscosso con Donkey Kong Country, lancia a Donkey e Diddy Kong. Infatti Cranky ritiene che il merito del loro risultato vada alla grafica e al sonoro che solo una console a 16 bit, come lo SNES appunto, poteva consentire. Donkey e Diddy, alquanto irritati, ribattono che la loro fortuna è dovuta al divertentissimo gameplay e non alla grafica e al sonoro, quindi Cranky li invita a replicare il successo su una console a 8bit, il Game Boy.
Come se non bastasse, per aumentare la difficoltà, Cranky chiama King K. Rool e i Kremlings per fargli rubare tutte le banane spargendole per l’isola di Donkey Kong.
Il gioco è diviso in 4 mondi, ognuno di essi composto 7 livelli, ad eccezione del primo, Gangplank Galleon Ahoy!, che ne contiene 9. Alla fine di ogni mondo dovremo affrontare il classico boss che, una volta sconfitto, ci consentirà di proseguire nell’avventura. Ciò nonostante, alcuni livelli possono essere raggiunti anche tramite barili-bomba che, lanciati nel punto corretto, riveleranno alcuni passaggi segreti per inuovi livelli.
Come in molti platform, anche in Donkey Kong land lo scopo è quello di raggiungere la fine del livello, senza morire, con massimo due vite a disposizione: una rappresentata da Donkey Kong e una da Diddy Kong che, a differenza del predecessore per SNES, non appaiono mai contemporaneamente proprio a causa delle limitate specifiche tecniche del piccolo Nintendo.
Donkey Kong è il personaggio più lento, ma allo stesso tempo l’unico in grado di poter uccidere particolari nemici come i Krushas, mentre Diddy, più veloce e agile, risulta essere il migliore per le aree di gioco più ristrette e ricche di ostacoli.
Ad aiutarli nella loro missione ci saranno, inoltre, Rambi il Rinoceronte e Expresso lo Struzzo: il primo può essere usato per scaraventare via i nemici e scoprire passaggi segreti grazie al suo corno, mentre il secondo viene potenziato rispetto a Donkey Kong Country perché in questa titolo può essere usato per planare in aria ed uccidere i nemici saltandogli sulla testa.
Inoltre da Konkey Kong Country sono stati riutilizzati molti oggetti bonus quali i gettoni Kong, che possono essere scambiati in cambio di vite extra o le lettere K-O-N-G che, se raccolte in ordine, consentono di ottenere un’ulteriore vita e di completare i livelli al 100%.
Infine, per quanto riguarda il level design e il sonoro, non possiamo che concordare col saggio Cranky poiché, effettivamente, la resa grafica risulta decisamente migliore con i buon vecchi 16 bit dello SNES, soprattutto perché consentivano agli sviluppatori un maggior numero di dettagli che, per questioni tecniche, non potevano essere introdotti nella versione a 8 bit. Tuttavia la missione di rendere anche Donkey Kong Land un titolo di successo, è stata perfettamente portata a termine dai nostri primati: raccogliere banane non è mai stato così divertente!
Un titolo quindi da provare sia per i fedelissimi dello storico Game Boy sia per gli appassionati della divertentissima serie Donkey Kong!
CURIOSITA’
- Donkey Kong Land è stato giudicato come Miglior Gioco per Game Boy nel 1995 dalla rivista di videogiochi statunitense Electronic Gaming Monthly
- La cartuccia di gioco era color ‘giallo banana’, quindi differente dal grigio solitamente utilizzato ai tempi