C’era una volta, un gorilla irascibile che aveva il vizio di rapire, di tanto in tanto, le poppute fidanzate di idraulici italiani, beccandosi in risposta martellate sui denti, dal permalosissimo idraulico che non gradiva le attenzioni del primate verso la propria futura sposa. Trovata una fidanzata che fosse soddisfacentemente formosa per i suoi canoni e che tenesse a bada le sue smanie, il nostro eroe aveva abbandonato ogni velleità trasferendosi su una pacifica isoletta per farsi i fatti suoi finchè un bel giorno, si ritrovò la dispensa completamente svuotata da una banda di pirati.
Coccodrilli per essere precisi. Coccodrilli pirati mangia banane, per esserlo ancor di più!
Superato lo shock per la perdita dei suoi ventordicimila quintali di banane e l’ancor più grande shock di essere stato derubato da coccodrilli, Donkey Lancia l’urlo di Tarzan per la frustrazione, battendosi i pettorali di marmo con gli enormi pugni. E, detto fatto, trascina il cuginetto alla ricerca delle sue adorate banane.
Direttamente dal 1994 questo platform game è stato uno dei gioielli dell’adorato SNES, sviluppato da Rare Software per Nintendo, che fu talmente soddisfatta del lavoro svolto dalla software house, da arrivare ad acquisirne il 49%. Avuto il benestare del papà di Donkey in persona, Shigeru Miyamoto, il buon Tim Stamper raduna una squadra di dodici programmatori e inizia la lavorazione, che li vedrà impegnati per ben diciotto mesi in quello che riuscirà a diventare il secondo titolo più venduto per il Super Famicom System.
Il gioco si sviluppa su quaranta livelli (quarantuno nella versione per Gameboy Advance) lungo i quali i protagonisti, Donkey Kong e la spalla Diddy, dovranno destreggiarsi attraverso dirupi, precipizi, miniere e livelli subacquei prendendo le maniere forti contro i nemici, i Kremlins, capitanati da King K. Rool che li attende sul suo vascello per lo scontro finale. Il tutto, scandito da occasionali boss di fine area. Coccodrilli di tutte le taglie, piovre, vespe giganti cercheranno di sbarrare la strada ai nostri eroi, che potranno però avvalersi dell’aiuto della “famigghia” i cui membri sono Cranky Kong, il vegliardo che elargisce consigli su come affrontare le sfide, Candy Kong, la fidanzata di Donkey che permette i salvataggi e Funky Kong, il surfer dude che gestisce il trasporto sull’isola da una regione all’altra.
Direttamente sul campo, con i nostri amici scendono gli animali Rambi, rinoceronti da sfondamento, En-guarde, se vogliamo il pesce spada versione subacquea di Rambi, la rana Winky, il pappagallino Squaks, che farà luce nelle miniere buie ed Expresso, lo struzzo con le scarpe da tennis, che corre come un pazzo e permette di planare data la sua limitata capacità di volo. Lungo i livelli è possibile collezionare banane, lettere d’oro che compongono la scritta Kong e palloncini colorati, per garantirsi una vita extra. Ci sono anche tantissimi barili, di diverso tipo, disseminati lungo tutto il livello che potranno essere utilizzati sia come arma contro gli avversari che come mezzi di trasporto. Ad esempio i barili cannone…
Uno dei punti di forza di questo gioco, oltre all’ironia leggera ed alla grande giocabilità (rivisitando la primissima versione di Rare su richiesta di Nintendo, che voleva un gioco alla portata di tutti) è senza dubbio la grafica simil-tridimensionale in un ambiente che lavora in 2D (Advanced Computer Modelling), mantenendo i colori brillanti e le animazioni fluide. Per l’epoca, praticamente un miracolo generato su una workstation Silicon Graphics.
La soundtrack è stata elaborata da David Wise, in collaborazione con Eveline Fischer e Robin Beanland che hanno contribuito a creare le atmosfere ambient e i motivetti accattivanti rimasti impressi nella memoria di tutti gli appassionati giocatori.
Per concludere possiamo davvero affermare che Donkey Kong Country è stato uno dei titoli di maggior successo per SNES, forse più dei sequel Diddy Kong Quest e Dixie Kong’s Trouble, vuoi per la simpatia che suscita a primo impatto il gorillone, vuoi per l’altissima giocabilità del titolo o gli inserti alla Super Mario World (letterine Kong e la possibilità di cavalcare un compagno animale) e, non ultima, la grafica strabiliante, decisamente sopra tutti gli standard per un platform del 1994, quando questo genere era, insieme ai beat’em up, il gioco per eccellenza.
Una vacanza avventura insieme a Donkey e Diddy e un banana split dopo aver trasformato l’ultimo Kremlin in un set da viaggio di lusso…