Intervista scritta da LIA GRAZZINI su traccia di ROBERT GRECHI
Negli anni ’80 chiunque, nel Nord Italia, avesse voluto comprare console, videogames, giocattoli e giochi di società aveva un solo ed unico posto dove recarsi: l’Oasi del divertimento, il Paradiso dei bambini, il Supermarket del giocattolo…Tante definizioni per un unico grande marchio: lo storico GRAZZINI – Lo Shopping dei bambini!
Qui ci trovavi davvero di tutto: dal cestone delle offerte (con giochi davvero economici) ai giochi più grossi che non trovavi nemmeno nei centri commerciali…inoltre tutti i Gijoe, qualsiasi tipo di Lego, tutte le MicroMachines, le Barbie, i Playmobil, le piste con le macchinine! E poi ancora peluches, bambole, biciclette, giochi di società e videogames, libri per bambini, decorazioni, le Majorette, i Master Of Universe ed addirittura gli Exogini (chi li ricorda????). Insomma un vero paradiso per bambini!
Ormai da molti anni Grazzini non esiste più ma Retrogaming Planet, come si conviene a chi non sta mai fermo con il cervello, ha deciso di rintracciare il proprietario per realizzare un’interessante intervista che non potrà non interessare tutti coloro che hanno passato gli “anta”!
E’ con immenso piacere, quindi, che Retrogaming Planet vi presenta la signora Lia Grazzini, ideatrice dei magazzini omonimi che, con un entusiasmo fuori dal comune, si è offerta di rispondere alle mie domande.
Robert “RGP” Grechi
RGP: Buongiorno Sig.ra Lia e benvenuta sulle pagine virtuali di Retrogaming Planet! Sicuramente si sentirà fuori luogo a parlare, dopo tanti anni, della Sua creatura e soprattutto su un blog dedicato al (retro)gaming…ma il motivo c’è e fra poco lo andremo a svelare! Innanzitutto ci può raccontare dove e come ha avuto inizio l’avventura?
LG: Certamente! Nel 1954, quando avevo 16 anni, fui assunta come impiegata dal Rag. Dante Grazzini che, dopo una vita vissuta all’estero come corrispondente di guerra, aveva ottenuto una rappresentanza di giocattoli da una società tedesca tedesca di nome Koelle & Raab di Norimberga.
All’epoca c’erano molti grossisti di giocattoli importanti, noi rifornivamo piccoli negozi.
Faticammo per entrare ai grandi magazzini tipo Standa e All’Onestà, con pochi articoli ma dai quantitativi importanti per una ditta piccola. Fornivamo anche grandi società che all’epoca regalavano giocattoli ai figli dei dipendenti, tipo Edison, Stipel, Bayer, Star e Liebig per la raccolta di buoni premio.
A 19 anni, ricordo, andai personalmente a Muggiò a consegnare con un furgoncino Topolino, e conobbi il fondatore della Star, signor Fossati, che si complimentò con me per la mia grande efficienza.
Il Rag. Grazzini era la mente ed io il braccio.
RGP: La sua storia sembra uscire direttamente (giusto per restare in tema) da un film per bambini: il Sig. Dante, nonostante fosse circondato da molte spasimanti, decide di sposare la bella e giovane Lia, sua dipendente, gettando (senza saperlo) cosi le fondamenta di quello che, in futuro, sarebbe diventato il Supermarket del giocattolo…
LG: Si, nel 1958 ci sposammo e nel 1959 nacque mio figlio Graziano, soprannominato Cialino. La nostra vita continuava in perfetta simbiosi.
Per un sesto senso nel 1966 mio marito, pensando di poter assicurare un futuro a nostro figlio e cautelarmi nei confronti delle varie ditte concorrenti alla nostra, mi aprì un piccolo negozio di giocattoli, davanti all’Istituto Gonzaga, in Via Vitruvio a Milano, garantendo sia a me che a nostro figlio una possibilità lavorativa, adatta ad una donna sola, e di poter mantenere e far studiare il figlio.
RGP: Tutto procede quindi per il meglio fino a quando, purtroppo, accade qualcosa che, per forza di cose, la costringe e prendere in mano le redini dell’azienda…cosa ci può dire in merito?
LG: Purtroppo il 16 marzo del 1969 mio marito muore, in 15 minuti, per un infarto. Avevo 29 anni e rimasi sola con mio figlio di 9 anni…da qui comincia la mia personale storia di lavoro indipendente!
I primi mesi furono traumatici, confusi, disorientanti, anche perché ero l’unica dipendente di mio marito, che aveva 26 anni più di me, mio pigmalione al quale devo tutto ciò che ho imparato e che possiedo.
RGP: Cosa l’ha spinta a continuare sulle orme di suo marito invece di chiudere l’azienda ed occuparsi d’altro?
LG: Fu una cosa istintiva: nel 1969 dopo la mancanza improvvisa di mio marito, mi trovai ad un bivio, decisi quindi di continuare l’attività primaria anche se le possibilità economiche erano modeste.
Fu un periodo difficilissimo, il “Gruppo grossisti” era agguerrito contro una giovane donna che cercava di entrare a far parte dello stesso sistema.
RGP: Una grande passione per i giocattoli e per i bambini non c’è che dire… Verso la fine degli anni ’70, poi, la decisione di aprire un magazzino di giocattoli per soli tesserati. Esatto?
LG: Esatto! Viste le difficoltà spiegate poco sopra decisi allora di continuare a modo mio, contattando decine e decine di Società, grandi, medie e piccole dando loro la possibilità di far venire i dipendenti direttamente nel mio magazzino con un tesserino ed ottenere direttamente lo sconto del 30% sui prezzi al pubblico. Basilare all’inizio fu l’aiuto di un trasportatore che con il suo furgoncino stazionava alla Stazione Centrale e che alcune volte faceva i servizi per noi.
Si chiamava Remo Sbaraini, era laringectomizzato, ed è stato fino alla sua morte un mio grande aiuto fisico e psicologico. Grande Persona.
L’affluenza moderata avvenne al primo anno, naturalmente durante il periodo natalizio.
Il magazzino era di circa 300 mq. Di anno in anno il passaparola esercitava più di qualsiasi forma di pubblicità, che in quei momenti non potevo permettermi finanziariamente. Durante il periodo in questione assumevo amiche, figlie di amiche etc. per un aiuto nel solo periodo natalizio.
In un secondo tempo assunsi una ragazza, poi due, poi tre e contemporaneamente allargavo il magazzino, sfondando muri, sino alla saturazione avvenuta dopo una decina d’anni.
Feci quindi il grande passo: da un magazzino diventato ormai di 800 mq, dove già praticavo il self service molto approssimativo, si liberò proprio di fronte, nello stabile della ERCA, società svizzera, un piano con seminterrato di circa 2.700 mq. Salto nel buio? Costo d’affitto altissimo !!!
RGP: Agli inizi degli anni ’80 però avviene la svolta, una sua idea, di quelle che avvengono una sola volta nella vita, e che consacra il marchio Grazzini quale catena di giocattoli per eccellenza: il Supermarket del giocattolo apre prima in Via Mauro Macchi a Milano e successivamente…ci racconta lei come è andata in effetti la storia?
LG: Nel 1979 ha inizio la “Grande Avventura”: decido di trasferire il giocattolo in Via Mauro Macchi 29 (sempre a Milano) mantenendo il magazzino di Mauro Macchi 32, inserendo “Casalinghi e articoli da regalo” per sfruttare scaffalature e quant’altro potesse essere necessario. Temevo che il nuovo Punto Vendita fosse troppo grande…SBAGLIAVO!
Sin dal primo anno fu un successo di folla! A quel punto ero arrivata ad una trentina di dipendenti fissi.
Di seguito lo spot televisivo andato in onda per buona parte degli anni’80:
RGP: In merito al settore videoludico dei suoi negozi, ricordo un reparto (nel negozio di Via Romolo a Milano) esclusivamente dedicato ai videogiochi…ci trovavi davvero tutto, dall’ultima console uscita sul mercato ad il gioco più vecchio disponibile!! Chi decideva i prodotti da acquistare (console, videogiochi e quant’altro)?
LG: Su questo punto desidero precisare una cosa molto importante ovvero che Cialino, nonostante gli studi, nei mesi “caldi” veniva ad aiutarmi nel reparto elettronico e, dopo la Laurea, mi affiancò con grandissima volontà e capacità, assumendosi tutta la responsabilità dell’assortimento di circa 20.000 articoli, compresi naturalmente i videogiochi.
L’anno dopo ci fu un altro grande passo, installammo il COMPUTER che all’epoca doveva essere collocato in una stanza con aria condizionata, un’anticamera solo per contenerlo (Probabilmente un Server…NdRGP). Anche di tutto questo se ne occupò mio figlio.
RGP: In effetti entrare in un magazzino Grazzini negli anni ’80 equivaleva ad entrare nel Paese Dei Balocchi: giocattoli dappertutto ed un’atmosfera unica, complice anche la nascita dei primi computer e delle prime console che in quegli anni rendevano i negozi veri e propri “antri magici” con le loro schermate colorate ed i loro “beep” continui! Nonostante le difficoltà incontrate, tutti i problemi poi sono spariti ed il successo è stato enorme…
LG: Esatto, anche se d’ora in poi non userò più il termine singolare perché con mio figlio accanto mi sentii più sicura ed aprimmo, dopo 3 anni, il secondo Punto Vendita, in Viale Romolo 9, ristrutturando un ex garage. Anche qui, cavilli burocratici per le Uscite di Sicurezza ostacolavano l’apertura che doveva essere assolutamente a ridosso del Natale. E via via, aprimmo Viale Pitagora (ang. Viale Monza), Legnano, Varese, Como, Corsico, Monza, Piacenza, Tortona, Novara…
RGP: In quegli anni Lei si rendeva conto di quanto importante fosse il marchio Grazzini e come venisse apprezzato il Suo lavoro dai clienti?
LG: A questo proposito ricordo un evento: in quegli anni avevo l’ufficio in Via Mauro Macchi, con le finestre su strada, ed essendo vicino all’entrata del negozio provavo un enorme piacere nel sentire i bambini che, arrivando contenti, salivano le scale gridando: “Grazzini ti amoooooo“!
RGP: Direi che con questo racconto ha risposto in modo più che esauriente alla mia domanda…Aneddoti, eventi o – perché no? – difficoltà che ricorda in modo particolare?
LG: Nonostante mio figlio sostenesse fossi una roccia e che niente mi avrebbe fermato, ricordo che quando presi il Premio “Donna 10 e Lode” della Fondazione Belisario, salii sul palco tremando per raccontare la mia vita lavorativa inerente il premio… Un fondo di timidezza davanti al pubblico c’era e mi salvò l’Onorevole Colucci che, conoscendomi, raccontò per me! Stessa cosa avvenne quando ero davanti allo staff di Canale 5 per una intervista, dopo che il personale mi aveva incipriata pronta per le telecamere, ero smarrita e qui mi salvò mio figlio, che parlò per me. Da allora ho rifiutato qualsiasi manifestazione che mi facesse parlare ad una platea sconosciuta mentre, al contrario, parlavo eccome davanti ad un pubblico conosciuto!
Ho ricevuto anche altri premi quali la Benemerenza Civica di Milano, in occasione dell’Ambrogino d’Oro, oppure il grado di Ufficiale della Repubblica. Ma non dovevo esibirmi al pubblico!
Ricordo anche quando, nei primi tempi di vendita al pubblico con tesserino di sconto destinato ai dipendenti delle Azienda, una domenica mattina sotto Natale, verso le 11.30, una volta salita in casa a cucinare per me e mio figlio (abitavo nello stesso palazzo di Via Mauro Macchi 29) mi telefonò una collaboratrice per avvertirmi che c’era la Finanza… Tolsi il grembiule e mi precipitai in ufficio!
Due graduati mi stavano aspettando: non potevo vendere al pubblico.
Risposi che non era il classico pubblico che entrava vedendo una vetrina esterna ma un pubblico possessore di Tessera Sconto e, per far meglio capire cosa intendevo, aprii la porta del mio ufficio e in loro presenza fermai un cliente domandandogli a quale azienda appartenesse, chiedendogli di esibire il Tesserino Sconto.
La risposta fu glaciale: “Non sono di nessuna Azienda, passavo per strada, ho visto gente che usciva con giocattoli e sono entrato“… Mi sono sentii sprofondare!!!
Con i miei primi collaboratori lavoravamo incessantemente, senza orari, coinvolgendo anche la domestica a preparare da mangiare per tutti: eravamo una decina quando, stanchi ma contenti, mangiavamo le paste al forno, le pizze e quant’altro ci trovavamo davanti, raccontando i vari momenti della giornata e così facendo venivano fuori nuove idee per il magazzino, per l’esposizione e quant’altro…
La Famiglia Grazzini si allargava sempre di più!! Bei ricordi…
Di seguito una galleria di immagini d’epoca relative agli “esterni” dei magazzini principali:
Ed ora, invece, una galleria di immagini relative agli “interni” di alcuni negozi:
RGP: Un’atmosfera davvero familiare, difficilmente riscontrabile nelle grandi aziende attuali! Ad un tratto però decide di abbandonare il settore e vendere tutto: ci racconta cosa è successo?
LG: Arriviamo al 1996: da due/tre anni il Signor Preziosi della Giochi Preziosi era interessato all’acquisto della Società Grazzini… Tergiversavo, mi sentivo ancora relativamente giovane per continuare anche se in realtà ormai mio figlio aveva preso in mano tutta la situazione gestendo impeccabilmente l’azienda. Ed è stato proprio Cialino a farmi capitolare.
Infatti il colosso americano Toys “R” Us , aveva già aperto un supermarket del giocattolo a poca distanza da uno dei nostri e la concorrenza di un gigante si faceva sentire. La Toys “R” Us, pur di entrare sul mercato italiano, aveva messo in conto di poter “perdere” anche vari milioni…cosa che invece noi non potevamo assolutamente sostenere. Le prime avvisaglie economiche si facevano sentire; nel frattempo il Signor Preziosi pressava sempre di più per l’acquisto del nostro Marchio.
Molto a malincuore, e non senza rimpianti, seguii quindi il consiglio di mio figlio e cedetti.
La mia società venne venduta per la maggior parte a Giochi Preziosi ed una percentuale al Gruppo Fininvest – Standa. Il progetto era, tramite Preziosi, di formare una importante catena di supermarket tipo Grazzini e venderli in un secondo tempo a Toys “R” Us.
Infatti Preziosi, oltre alla mia società, ne acquistò altre sparse in Italia, cedute in un secondo tempo alla Standa che a suo volta formò la HOLDING DEI GIOCHI con il marchio per i negozi TOYS CENTER.
Come sicuramente avrete notato, il marchio TOYS CENTER è formato da lettere multicolori come la Toys “R” Us pertanto l’eventuale vendita in un secondo tempo al colosso americano sarebbe stata facilitata dal marchio quasi simile. La vendita agli americani però non avvenne in quanto essi dopo un paio d’anni, per problemi burocratici e insoddisfatti del nostro mercato, decisero di andarsene.
RGP: Per noi bambini (ormai adulti) questa notizia è stata un colpo al cuore…L’unica catena di soli giocattoli (e non i classici e tristi centri commerciali odierni) non esisteva più! Dopo la vendita a Toys Center di cosa si è occupata quindi?
LG: Di seguito provai ad entrare in una piccola catena di negozi di profumeria ma trovai la gestione non affidabile e lasciai. Avevo più tempo libero e lo passavo a Camaiore, dove ora vivo, vicino a Pietrasanta, città d’arte.
Mi sono poi occupata d’Arte, ma la mia passione è ed è sempre stata il “Giocattolo”.
RGP: Attualmente Lei e suo figlio Graziano lavorate ancora nel campo dei giocattoli o avete definitivamente abbandonato il settore?
LG: In quanto a me ormai mi sono ritirata definitivamente mentre mio figlio è rimasto nel settore ricoprendo la carica di Amministratore Delegato della Società SELEGIOCHI, una catena di negozi in proprietà e franchising della CITTA’ DEL SOLE.
RGP: Ci sono collaboratori o persone che ricorda con affetto o che le farebbe piacere risentire? Magari leggendo questa intervista qualcuno (come è già successo con altre interviste) potrebbe farsi avanti…
LG: Si ci sono dei collaboratori che ricordo con grande affetto e stima: il magazziniere Lino Pala, Paola Alloni, Graziella, Piera Rho… Queste persone, all’epoca tutte giovanissime, sono state le prime assunte e quando ho ceduto l’azienda erano ancora tutte presenti. Eravamo una Famiglia.
Lavoravamo se necessario anche fino alle prime ore del mattino pur di aprire il magazzino con la merce sugli scaffali. E’ stata una bella avventura!
RGP: Un’ultima domanda: come definirebbe i negozi ed il marchio Grazzini?
LG: Come definirei il marchio Grazzini? E’ stato il primo Supermarket del giocattolo e rimarrà per sempre nella storia del settore e nel cuore di tutti i bambini dell’epoca.
RGP: L’intervista è purtroppo giunta al termine: non mi resta che ringraziare in modo particolare la Sig.ra Lia Grazzini per la disponibilità e cordialità dimostratami durante la realizzazione di questa intervista!
LG: Grazie a te, mi hai fatto rivivere la mia vita!