SPEAR OF DESTINY – PC (1992)

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Quest’oggi vorrei proporvi un articolo che ho personalmente scritto l’anno scorso per il noto portale dedicato ai videogames CyberLudus ma che, per svariati motivi, non ha mai visto la luce su Retrogaming Planet pur disponendo da sempre dell’autorizzazione a procedere in tal senso (Un doveroso grazie a Roberto Placanica, fondatore di CyberLudus, ed Alessandro Perlini, caporedattore della sezione Retrogaming: due splendide persone…ce ne vorrebbero molte cosi!)
Visto quindi il successo riscontrato dal precedente Skidmarks (sempre redatto dal sottoscritto per CyberLudus e poi ripubblicato qui sul blog) ho pensato di offrire a tutti i lettori di RGP, che si sono persi l’articolo all’epoca, il mio personalissimo punto di vista riguardo i games della ID Software ed in particolar modo SPEAR OF DESTINY!

Facciamo però un necessario passo indietro…
Wolfenstein 3D, pubblicato sotto etichetta Apogee Software il 5 Maggio del 1992 per la piattaforma PC, è ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale e ci vede protagonisti nei panni di un agente segreto americano di origini polacche, tale William ‘B.J.’ Blazkowicz, il quale, prigionerio nel castello di Wolfenstein, deve riuscire a fuggire ribaltando allo stesso tempo il regime nazista. Equipaggiato soltanto con un coltello e una pistola il nostro eroe deve scontrarsi con guardie naziste armate (e alle quali sottrarrà l’arma dopo averle uccise) per giungere alla fine di ogni livello ed annientare il classico boss finale, non il solito mostro gigantesco ma un ufficiale nazista in carne e…pixel!
Anzi uno dei boss di fine livello sarà addirittura Adolf Hitler in persona!


 

Wolfenstein, chiaro omaggio al vecchio Castle Wolfenstein creato da Silas Werner, venne realizzato utilizzando la tecnologia Ray Casting alla quale John Carmack stava lavorando in solitaria dai tempi di Commander Keen (Per il quale vi rimando, cliccando sul titolo del gioco, all’ottima recensione del mitico TEX sul blog PC Retrogames). Da sempre il genio della ID Software sognava la possibilità di realizzare ambienti nella quale potersi muovere liberamente come nella realtà, cosa che la tecnologia rigorosamente bidimensionale di quei tempi non consentiva di fare!
Quando Carmack si rese quindi conto di avere fra le mani un motore in grado di realizzare interi mondi 3D, decise di perfezionarlo al tal punto che la realizzazione di Wolfenstein 3D divenne quasi una scelta obbligata.

Il gioco riscosse un notevole successo grazie all’utilizzo di una innovativa visuale in prima persona (che ci permetteva di guardare la scena circostante direttamente dagli occhi del protagonista) e all’ottima grafica di gioco, considerando gli standard di allora (si pensi alle texture, ai quadri di Adolf Hitler ovunque e ai personaggi ben realizzati) ma generò anche feroci critiche da parte di enti moralisti e gruppi attivisti al punto di vietarne la vendita in Germania. Anche la notevole velocità di gioco contribuì a rendere W3D un must per tutti i possessori di PC e questo portò la ID Software a realizzare e pubblicare, sotto etichetta Formgen, solo pochi mesi dopo, ed esattamente il 18 Settembre 1992, l’episodio successivo con il nome Spear of Destiny!

Immagine della confezione del gioco Spear Of Destiny

La cover della confezione di gioco

Il gioco, a differenza di Wolfenstein 3D il quale era distribuito nel mercato Shareware, viene questa volta destinato direttamente ai canali di vendita tradizionali. Composto da 18 labirintici livelli, questo sequel mantiene lo stesso spirito “stealth”, l’ambientazione di gioco e la stessa collocazione geografica del suo predecessore pur narrando eventi avvenuti precedentemente a Wolfenstein 3D.
Si narra che a Versailles venga custodita la storica lancia che trafisse Cristo al costato durante la crocifissione e chiunque riuscisse ad entrarne in possesso diventerebbe invincibile! Per questo motivo Hitler, noto per la sua fame di potere (soprattutto per le leggende riguardanti Cristo, l’Arca dell’Alleanza ed il Santo Graal), ordina ai soldati nazisti di rubare tale lancia per custodirla nel sorvegliatissimo castello di Wolfenstein!
La nostra missione consiste quindi nell’infiltrarsi nella roccaforte nazista e darci da fare per rientrare in possesso della “Lancia del Destino”!

Per quanto riguarda la realizzazione tecnica, Spear Of Destiny non apporta alcuna aggiunta significativa sul lato tecnico o del gameplay rispetto a Wolfenstein 3D ma introduce alcune migliorie sonore e grafiche che rendono felici i numerosi sostenitori: i muri monocolore dei corridoi, presenti nel primo capitolo, vengono qui sostituiti da pareti coperte di texture più dettagliate che ricreano abbastanza fedelmente vere pareti di mattoni talvolta coperte da piante rampicanti. I personaggi sono realizzati in maniera più particolareggiata e compaiono addirittura delle primordiali ombre sotto di essi.
Il comparto audio, inoltre, introduce alcune novità tra le quali nuove musiche ed effetti sonori che vanno ad arricchire ulteriormente l’esperienza di gioco! Durante la realizzazione di Spear Of Destiny, il giovane Carmack, non pienamente soddisfatto dei risultati ottenuti, si mise al lavoro per creare il motore grafico utilizzato soltanto un paio di anni dopo per la realizzazione di Doom, il gioco che fece da vero apripista al genere FPS e che riscosse numerosi riconoscimenti e consensi in tutto il mondo.
Questa però è un’altra storia…


 

In conclusione Spear Of Destiny, pubblicato per PC in versione PC CD-ROM e Floppy Disk(3 dischi), non riscosse il successo del suo predecessore, causa la mancanza di novità nello stile di gioco e negli obiettivi da raggiungere ma ottenne comunque un discreto seguito da parte degli appassionati, i quali accolsero con entusiasmo le due espansioni ufficiali Return to Danger e Mission 3: Ultimate Challenge, rilasciate da FormGen nel 1994 (che offrono entrambe alcune migliorie grafiche e 21 livelli aggiuntivi di gioco), e la raccolta su CD-ROM Spear Of Destiny Super CD Pack, contenente un libro con tutte le mappe di gioco ed un editor di livelli!
I due episodi di Wolfenstein 3D generarono dieci anni dopo Return to Castle Wolfenstein, ottimo sequel che, ancora una volta, riuscì a dare un forte scossone a tutto il genere FPS e nel quale la maturità artistica di John Carmack fu davvero ben visibile.
 

NOTA: Gli appassionati Amiga potranno invece apprezzare un ottimo FPS, recuperando il buon vecchio BREATHLESS

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Autore: Robert Grechi

Nato nel 1977 ho vissuto in prima persona la nascita dei videogames fin dal lontano 1982, anno in cui entro in possesso di uno splendido Colecovision e con il quale comincio la mia “carriera” videoludica! Da allora è stato un susseguirsi di Home Computer e Console che hanno ampliato ulteriormente l’interesse per i videogiochi al punto da aprire, nel mese di Luglio 2009, il blog Retrogaming Planet interamente dedicato al mondo videoludico anni ’80 – ‘ 90!

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