Non vorrei inaugurare un rubrica del “Dai, rivalutiamoli!” ma è giusto dare a certi vecchi giochi la giusta dimensione di giudizio.
Il gioco in questione non è una pietra miliare, ma nemmeno la fetecchia che Zzap!, Numero 21 del Marzo ’88 (liquidato con un 46% di voto globale), voleva farci credere e che, invece, col tempo ha assunto il ruolo di cult game che gli si addiceva…
Innanzitutto partiamo dal quadro storico ovvero un biennio, tra il 1987-88, nel quale un’indaffaratissima Accolade inanella una serie di ambiziosi progetti di simulazione, come Apollo 18, The Train, Rack ‘Em, e Grand Prix Circuit (tutti progetti nati e sviluppati sotto il segno della qualità) e tra i quali viene rilasciata anche un’audace simulazione di guida automobilistica, quel TEST DRIVE sviluppato dalla Distinctive Software, che avrà seguito per ben altri 23 anni in altri e variegati seguiti sotto etichette Infogrames e Atari.
INTRO
Ora soffermiamoci sul capostipite non prima, però, di aver chiarito un punto fondamentale: la grafica vettoriale sul Commodore 64 non è mai stata sfruttata né ha mai avuto possibilità di sviluppo, dati i limiti tecnici della macchina, o almeno i risultati ci hanno portato a credere questo (ma le eccezioni ci sono eccome: Castle Master, Driller, Total Eclipse I & II e, nel campo automobilistico, Revs)! Eppure, qui un mezzo miracolo è stato partorito dal team americano…
Dimenticando quell’ammasso di pixel inguardabile di HARD DRIVIN’ (tanto è venuto male su tutti i formati), Test Drive vantava una grafica scorrevole ed adeguata, con un intro accattivante ed una scelta di veicoli che dava davvero l’idea di prendere auto diverse l’una dalle altre. La scelta è riposta in cinque auto GT di grido (per l’epoca), ovvero una Lotus Esprit Turbo, una Porsche 911, una Lamborghini Countach, una Chevrolet Corvette ZR-1 ed una Ferrari Testarossa (senza girarci intorno: la vettura con la miglior tenuta di strada e accelerazione di tutta la simulazione).
Tutte presentate con la loro bella scheda tecnica.
TEST DRIVE
Fatta la scelta del veicolo, parte la simulazione: interfaccia in prima persona con comandi, cruscotto e visuale diretta sulla strada oltre al cambio a marce manuali a scomparsa sullo schermo. Ci si muove quindi aumentando velocità e aumentando le marce, stando bene attenti a non accelerare troppo con le marce basse pena la distruzione del motore, qui rappresentato da un parabrezza frantumato! Una volta avviati in un paesaggio poligonale di una strada di montagna (tale è, vista la presenza di una parete rocciosa sulla destra e di un fossato sulla sinistra), dovremo vedercela con spiacevoli curve e dossi che ci spingeranno fuori strada.
Oltre al traffico locale (ricordiamo che è una simulazione su strada urbana), fatto di auto da sorpassare o da evitare nel senso opposto, c’é il più problematico dei pericoli, ossia l’intervento della polizia stradale, che ci tallonerà o ci si parerà davanti per poi multarci dopo averci fatto perdere tempo prezioso! Il tutto evitabile con il radar di bordo che ci segnala la presenza di veicoli della polizia facendoci adeguare la corsa in base ai limiti di velocità. In caso di collisione con il suddetto veicolo la pena sarà un GAME OVER senza ulteriori tentativi.
Le corse sono suddivise in cinque livelli di difficoltà crescente ovvero traffico elevato, curve repentine e polizia più reattiva alle violazioni del codice della strada. Ogni passaggio di percorso sarà scandito da una sosta in una stazione di servizio per fare il pieno e durante il quale saremo informati della nostra velocità media, il punteggio raggiunto e i commenti sulla corsa.
Approfondendo ancora di più un gioco che alla fine si potrebbe definire in poche righe, il suddetto può vantare un gameplay decisamente solido, soprattutto dopo aver preso la mano coi comandi. Se all’inizio le marce manuali, insieme allo sterzo non proprio reattivo, possono dare una parvenza di una dinamica di guida anchilosata, una volta assunto velocità il gioco prende una piega quasi arcade dandoci una bella sensazione di velocità, soprattutto durante i sorpassi.
La grafica riesce nel disperato intento di replicare l’esatto interno di tutte e cinque le auto e l’effetto 3D, come già detto, punta tutto sulla fluidità di movimento e molto meno sulla definizione degli altri oggetti sulla strada (auto e camion sono cubettosi oltre l’indicibile). La parte sonora poi, consiste in musiche abbastanza accattivanti di intro e di intermezzo, mentre gli effetti sonori sembrano a volte adeguati (il boato esplosivo del veicolo, sia per collisione che per esplosione del motore, potrebbero in effetti cogliere di sorpresa) a volte basilari (beh, le versioni Apple e Ms-DOS hanno quel familiare “suono modem”).
Il gioco è stato rilasciato in versione Cassetta e Floppy con alcune differenze non troppo significative quali una più ampia presentazione, intermezzi differenti e possibilità di lasciare il nome nella classifica punteggi (io ho ancora quello di mio cugino e del suo vicino di casa nella mia copia) nella versione floppy e versione ridotta con caricamenti decisamente estenuanti nella versione su nastro.
Grandi differenze tra le varie versioni non ce ne sono, diciamo che quasi tutte risultano essere allo stesso livello per tutte le piattaforme.
Di seguito un interessante video comparativo fra le varie versioni di Test Drive:
Se, però, vogliamo proprio fare i pignoli, segnaliamo:
- La versione Apple II non pare dia molto il senso della velocità (e non è che il gioco in generale punti proprio a quello) inoltre la parte cromatica sembra sia stata fatta da Matt Groening (Storico autore de I Simpsons), tanto sono sgargianti i colori
- La versione Amiga, graficamente, non è molto diversa da quella per C64, mentre a livello sonoro siamo sempre al massimo della resa tra tutte le versioni
- La versione Atari ST, una volta tanto, bastona un po’ la rivale a 16bit (Amiga) mostrando un corredo grafico più curato ma deficitante nella componente sonora
- La Versione MS-DOS è quasi fumettosa nella sua stilizzazione grafica, mostrando però una fluidità di scorrimento della guida maggiore dalle altre versioni
A Test Drive è stato dato un seguito, di due anni successivo, con il nome fantasioso di “Test Drive 2: The Duel”, ancora più solido e migliore tecnicamente, stavolta in un’ambientazione più verosimilmente urbana e una maggiore fluidità che, naturalmente, migliorano il gameplay.
TEST DRIVE 2: THE DUEL
Successivamente arrivarono anche Test Drive 3: The Passion, seguiti dal numero 3, il 4 e il 5, arrivando ai più recenti Unlimited 1 & 2, oltre ai numerosi spin-off.
Diciamo che il franchise ha avuto una lunga carriera, da modesta simulazione ha poi dato il via ad altre come Hard Drivin’, 4D Sports Driving, passando per altre riuscitissime simulazioni su C64 come Lotus Esprit Turbo Challenge (anch’esso generatore di altri seguiti), fino ad arrivare alle simulazioni più realistiche odierne, parenti ormai lontanissimi sia nella grafica che nella dinamica di gioco ma che devono moltissimo, andando a ritroso nel tempo, a questo storico capostipite.