Q*BERT – All Versions (1982)

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A volte capita di vedere un gioco e, di fronte alla sua stranezza, pensi a cosa potesse aver fumato il suo autore per partorire una cosa simile…
E’ quello che ho pensato più volte davanti a Q*Bert, coin-op di Gottlieb del 1982, ma il pensiero è poi sempre svanito rapidamente nel momento in cui iniziavo a giocarci!

ARCADE


 

Q*Bert, il protagonista, è una buffa palletta arancione priva di mani ma dotata di due gambe e di un nasone a proboscide. Un animaletto simile non può che muoversi saltando ed in effetti è quello che fa lungo tutto il gioco, su piramidi di cubi che hanno la caratteristica di cambiare colore quando ci si atterra sopra.
Per terminare un livello bè necessario riuscire a saltare su tutti i cubi, modificando il colore dell’intera piramide.
Il problema è che vi sono altri animaletti che ci infastidiscono e che vanno evitati, pena la perdita di una delle poche vite a disposizione; alcuni di essi, presenti nei livelli avanzati, fanno il nostro stesso lavoro, cambiano il colore dei cubi costringendoci a passarci nuovamente sopra.
A lato delle piramidi, infine, troviamo dei dischi colorati: saltandoci sopra veniamo riportati in cima, cosa utilissima per evitare un nemico o anche per eliminarlo nel caso si riesca ad attrarlo, per poi saltare sul disco all’ultimo momento (il nemico salterà dietro di noi, ma nel vuoto).

Anche in questo caso non sono poche le conversioni per sistemi casalinghi. Analizziamole insieme…

ATARI VCS2600


 

Sonoro povero, effetto isometrico assente, sprite poco ispirati: dal VCS2600, pur con tutti i suoi limiti, si poteva certamente ottenere di meglio.
Il gameplay rimane però ben fatto e non ci sono problemi di sorta in questo senso. Peccato, perché si poteva ottenere qualcosa di davvero speciale… Non era Zaxxon, non era un gioco tecnicamente inarrivabile!

ATARI 5200


 

La bistrattata console di Atari fa piuttosto bene il suo lavoro, e l’unico “difetto” da rimarcare è l’uso di una palette di colori piuttosto blanda, che conferisce un aspetto generale smorto.
Buono il sonoro, curato il gameplay.

ATARI 7800


 

L’ennesima riprova che questa console sarebbe stata un successo se Atari non ne avesse colpevolmente ritardato il lancio per spingere la 5200.
Q*Bert rende benissimo su 7800: grafica e sonoro sono molto fedeli, il gameplay fresco e divertente come quello dell’originale, per un gioco che qui dà il meglio di sé.
C’è però una brutta sorpresa: è un gioco homebrew, quindi per un collezionista non sarebbe nemmeno da citare. Lo faccio soltanto perché vi sono altri appassionati che continuano a seguire e supportare sistemi non più in produzione da anni, producendo anche nuovi giochi.
A loro sì che potrebbe interessare…

ATARI XL/XE


 

Se la definizione può essere considerata più che valida, il problema di questa conversione è la mancanza di colori e l’uso di una palette di colori piuttosto smorta…
L’aspetto generale ne risente ma, per fortuna, il gameplay è stato ben riportato ed il comparto audio fa il suo dovere.
Il fatto è che questi computer potevano sicuramente essere sfruttati meglio… Questo probabilmente deriva dal fatto che il lavoro è stato fatto partendo da una base comune a quello per Atari 5200, che ha un hardware meno performante.

BBC MICRO


 

Peccato per un comparto audio non proprio fedele all’originale e sprite piccoli e schiacciati, un po’ bruttini a vedersi e soprattutto privi di animazioni…I personaggi non saltano ma si muovono da un cubo all’altro come fossero pezzi di una scacchiera. Ben fatti, invece i fondali.
Il gameplay è più veloce dell’originale ma è accettabile.

MATTEL INTELLIVISION


 

L’area di gioco è più piccola e gli sprite sono monocromatici e privi di animazioni, ma l’aspetto generale di questa versione è piuttosto fedele all’originale, contando anche che l’Intellivision non è un mostro di potenza.
Un plauso anche al sonoro, molto vicino a quello del coin-op.

CBS COLECOVISION


 

Considerando il buon lavoro fatto su Intellivision, sinceramente mi attendevo di più da questa conversione. Gli sprite sono curati, anche se monocromatici, e l’audio è piuttosto buono; la piramide è più schiacciata, e questo comprime l’area verticalmente.
Insomma…un lavoro discreto ma il Colecovision, che ha fatto vedere cose egregie, probabilmente poteva essere sfruttato meglio.

COMMODORE VIC 20


 

Una pena. Probabilmente la peggiore conversione in assoluto…
La piramide è schiacciata e ci sono meno piani rispetto all’originale, mentre gli sprite sono disegnati all’interno di quadrati neri che si muovono lungo la piramide. Aggiungiamo un sonoro povero…beh, passiamo oltre che è meglio!

COMMODORE 64


 

Si tratta di un buon lavoro, con sprite molto simili all’originale ed un audio ben fatto, cosa non certo difficile per le potenzialità di questo computer.
Qualche piccola perplessità la si può rilevare nella scelta di schiacciare l’area di gioco, cosa che si è vista anche in altre conversioni; il gameplay, comunque, non ne risente.

COMMODORE AMIGA (Q-Bic)


 

Non so chi lo abbia prodotto, ma come gameplay sarebbe anche carino. Il team ha interamente ridisegnato la grafica, che con l’originale c’entra poco o nulla. Più che una conversione direi che ci troviamo di fronte ad una riedizione, citata qui solo per completezza di recensione.

NINTENDO GAMEBOY


 

Il piccolino di casa Nintendo non può certo offrire un livello su schermata unica, lo scrolling è di rigore sul suo piccolo display.
Questo modifica il gameplay, rendendolo più difficile (può capitare che un nemico ci si presenti a distanza ravvicinata proprio perché arrivato da una zona dello schermo che non vedevamo), ma tutto sommato non crea problemi insormontabili.
La grafica è carina, nel monocromatico schermo del Game Boy trovano posto sprite curati ed animati piuttosto bene, e dal suo speaker escono effetti fedeli.
Magari non piacerà ai nostalgici puristi, ma chi desiderava un po’ di varietà qui è accontentato da livelli che vanno oltre alla solita disposizione a piramide, variando parecchio il gameplay.

NINTENDO GAMEBOY COLOR


 

Immaginatevi di prendere il coin-op ed infilarlo su uno schermo molto più piccolo: aggiungetevi il necessario scrolling ed avrete questa conversione.
Esteticamente fedelissima e con un sonoro perfetto, non ha differenze di sorta rispetto all’originale, se non per lo scrolling. Valgono le considerazioni fatte per la versione Game Boy.

NINTENDO NES


 

Il NES se la cava davvero bene, con un aspetto audiovisivo ed un gameplay davvero vicinissimi a quelli del coin-op.
Si tratta di una delle migliori conversioni in assoluto.

PC DOS


 

La fedeltà grafica in persona. L’uso delle schede grafiche rende questo gioco davvero la copia identica del coin-op, e non poteva che essere così data la potenza che questi computer sprigionavano già negli anni Ottanta. Il sonoro, invece, zoppica un po’: del resto l’audio di qualità è arrivato dopo su questa piattaforma.

PHILIPS ODYSSEY2/G7000/G7400


 

Beh, che si poteva pretendere dal povero Philips? Manca qualsiasi accenno di visuale isometrica, gli sprite sono lontani parenti cubettosi degli originali, il sonoro è semplificato al massimo. Eppure rimane un gioco godibile, una volta accettati i suoi limiti.

SEGA SG-1000


 

L’aspetto estetico di questa conversione non è male: i colori usati, piuttosto sgargianti, ben si adattano a questo gioco, il sonoro è curato ed il gameplay altrettanto valido. Una conversione dotata del giusto grado di fedeltà all’originale.

TEXAS INSTRUMENTS TI99/4A


 

Ennesima riprova che questo computer avrebbe potuto davvero dire la sua se la casa non lo avesse abbandonato per motivi finanziari.
E’ una delle conversioni più fedeli, con una grafica ed un audio davvero vicinissimi al coin-op ed un gameplay che, con il controller giusto (non quelli di Texas Instruments, per carità!), era davvero da lode.

Completo la rassegna citando anche la presenza di Q*BERT su Playstation, nonché sui cellulari con Symbian, I-Os, Android, oltre che, in distribuzione digitale, su Playstation Network.

PLAYSTATION


 
 

Q*Bert, che ha avuto citazioni anche recenti (vedi Ralph Spaccatutto e Pixels al cinema) è un gioco che continua ad avere una nutrita schiera di appassionati. Perchè?
Il motivo è che il gioco è originale, semplice ma mai noioso, difficile ma non frustrante e carinissimo nelle sue piccole trovate. Chi non ha mai sorriso di fronte alle imprecazioni fumettistiche del protagonista quando veniva beccato da un nemico?
E poi, al contrario di Space Invaders o Pac-Man, questo gioco non ha mai avuto seguiti, eccetto Q*Bert Qubes, che però proprio un seguito non era e non ha nemmeno avuto un gran successo.
Il suo concept non è quindi invecchiato e non ha stufato…ancora oggi può far sorridere e divertire gli appassionati degli arcade da bar.
 

E, caso davvero raro, non ci sono stati nemmeno dei cloni: quante volte, da Pac-Man a Tetris, da Pong fino a Doom, il gioco di successo è stato seguito da miriadi di titoli scopiazzati che gli hanno rubato l’aria, gli hanno intasato il mercato? Qui non è accaduto, altro motivo per il quale Q*Bert mantiene la propria originalità dopo oltre trent’anni di onorata carriera.

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Autore: Marco Malpezzi

Tanto tempo fa, un padre decise di regalare al figlio una console prodotta da Inno Hit, con cui giocare a varie versioni di Pong. Non contento di quanto aveva fatto, qualche anno dopo rincarò la dose, regalandogli un fiammante Atari VCS 2600. Fu l’inizio della fine. Da allora è nato un amore per i videogames che ancora oggi, a 43 anni, non si è sopito...

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