Dopo ben due settimane di latitanza sul blog, causa motivi personali, eccomi di nuovo fra voi a presentarvi un titolo che non ha bisogno di presentazioni; un gioco che chiunque abbia almeno trent’anni non potrà non ricordare con piacere ed un pizzico di malinconia per la semplicità dello stesso rispetto agli standard odierni.
Nell’ormai lontanissimo 1982, entrando nella fumosa sala giochi di Serina (un remoto paesello sperduto fra le montagne bergamasche dove negli anni a seguire avrei avuto modo di giocare tutti i maggiori successi arcade del periodo) rimasi folgorato davanti ad un coloratissimo gioco di Formula 1 con visuale in terza persona (ovvero da dietro la macchina): POLE POSITION.
Immagino già le esclamazioni tipo di un ragazzo di oggi: “Visuale da dietro la macchina? Neanche una visuale dall’interno dell’abitacolo? E cosa c’è di bello in videogioco senza grafica 3D? Bleaah, che gioco antiquato!”
Beh ragazzi, vi confesso che invece il sottoscritto all’epoca rimase letteralmente elettrizzato da questo “antiquato” titolo Atari e questo per un semplice motivo: Pole Position fu il primo gioco di Formula con visuale in terza persona e non la classica visuale “a volo d’uccello” tipica dei giochi automobilistici dell’epoca! Atari infatti non sapeva ancora di aver creato IL gioco che avrebbe cambiato per sempre il modo di concepire i giochi di guida.
COIN-OP
Realizzato da Namco, responsabile fra gli altri di successi planetari quali Pac Man (in tempi ormai remoti) e saghe storiche quali Tekken, Soul Calibur e molti altri (nella seconda metà degli anni’90), Pole Position venne prodotto da Atari (credo che ogni parola in merito sia superflua) per il mercato mondiale! Non c’era sala giochi, infatti, che non esponesse un esemplare del cabinato, ovviamente preso d’assalto da orde di ragazzini famelici!
Pole position ci mette alla guida di una “splendida” monoposto di Formula 1 con la quale dovremo affrontare agguerriti avversari che metteranno a dura prova le nostre capacità di piloti provetti sulla pista giapponese Fuji Speedway; il gioco comincia con il classico giro di qualifica da completare entro un tempo prestabilito e per superare il quale saremo costretti a stringere le curve il più possibile rallentando e frenando solo in casi di assoluta necessità! Se riusciremo a completare il giro entro il tempo stabilito potremo accedere alla gara vera e propria assieme ad altri sette avversari.
Il buon esito del giro di qualifica è fondamentale in quanto sarà proprio il risultato ottenuto a decidere la posizione di partenza della nostra auto (dalla prima all’ottava posizione) nella gara vera con le altre macchine!
Nel caso invece non riuscissimo a completare il giro nel tempo assegnatoci saremmo costretti a “vagare” per la pista fino allo scadere del tempo a nostra disposizione (di default sono 90 secondi ma è possibile impostare una durata maggiore)
Durante la gara ci verrà assegnato un punteggio in base al tipo di guida ed al numero di macchine sorpassate che andrà a sommarsi al punteggio ricavato dal tempo rimanente una volta terminati i giri di gara (di default tre ma, come il giro di qualifica, con la possibilità di aumentarli).
L’impresa non è semplicissima in quanto, dovendo completare i tre giri nel minor tempo possibile, dovremo necessariamente schiacciare a più non posso sull’acceleratore stringendo al massimo le curve ma allo stesso tempo evitando di entrare in collisione con le macchine dei nostri avversari o con la segnaletica stradale posta a bordo pista!
I controlli sono abbastanza semplici anche per i principianti o chiunque abbia poca dimestichezza con i giochi di guida arcade: due sole marce (come nel vecchio cabinato dello storico Out Run), un acceleratore e, in alcune versioni del Coin-Op, addirittura un pedale separato per il freno, cosa alquanto rara sui videogiochi da sala di quei tempi! Naturalmente all’inizio padroneggiare come si deve la macchina non sarà un gioco da ragazzi ma una volta presa confidenza riusciremo a completare i tre giri previsti avanzando parecchi secondi di tempo!
Per i più tecnici riporto le specifiche tecniche del Coin-Op:
- CPU principale: Z80, Z8002 (x2)
- Chip sonori: Namco 6 canali stereo WSG, DAC (engine sound), custom DAC (parlato digitalizzato)
- Orientamento schermo: Orizzontale
- Risoluzione video: 256 x 224 pixels
- Refresh schermo : 60.61 Hz
- Numero Giocatori: 1
- Controlli: Volante, 2 Marce (Hi and Low)
- Pedali: solo acceleratore (In alcuni cabinati anche pedale freno)
Pole Position, nella sua semplicità grafica, offre una risoluzione di tutto rispetto da 256 x 224 a 128 colori…e si vedono tutti!
Il gioco mostra infatti un panorama senza fronzoli grafici (la tecnologia all’epoca non lo consentiva) composto solamente da sporadici cartelloni pubblicitari a bordo pista, un semplice prato verde tutt’intorno al circuito ed ovviamente l’immancabile Monte Fuji che dà il nome al percorso! Non aspettatevi quindi livelli di parallasse o fondali animati poichè il titolo Namco non offre nulla di tutto ciò pur offrendo un ottimo senso di velocità indispensabile in un gioco del genere.
Non ci saranno quindi armi da raccogliere nè turbo da attivare. UN PURO E SEMPLICE VIDEOGIOCO DI FORMULA 1!
Un gioco che ha fatto storia e che può vantare conversioni per tutte le console e Home Computer disponibili ai tempi partendo dal VIC20 fino ad arrivare al PC passando per Atari 2600, 5200, Commodore 64, Nintendo Game Cube (il gioco è incluso nella compilation Namco Museum) e molti altri!
Come vedrete poco sotto le versioni per Atari 2600 e 5200 non differiscono poi molto se non per il maggior numero di colori su schermo di quest’ultima ed ovviamente una migliore definizione grafica (d’altronde il 5200 era comunque più performante del suo fratello minore); infatti paradossalmente la versione per Atari 2600, pur essendo graficamente inferiore, risulta nettamente più veloce della controparte e proprio per questo viene ricordata come la migliore conversione presente sul mercato!
Viene quindi da chiedersi come sia possibile che un Atari 5200, dotato di specifiche tecniche superiori, possa essere stato surclassato da un “misero” 2600 con un hardware comunque di tutto rispetto. Forse proprio per questo l’Atari 5200 (commercializzato solo in America) non ebbe il successo del 2600, console sulla quale ancora oggi, vengono realizzati giochi amatoriali ma decisamente ben fatti!
Ecco i video delle conversioni casalinghe per le macchine Atari:
ATARI 2600
ATARI 5200
Pur non essendo paragonabile alla controparte Arcade (per ovvi limiti tecnici del piccolo Atari) la versione per 2600 riscosse comunque un discreto successo, vuoi per la cover sulla confezione alquanto intrigante ed identica all’immagine posta sul cabinato arcade per attirare i giocatori (potere del Marketing), vuoi per la buona velocità di gioco che essa poteva offrire a noi utenti rimasti affascinati dalla versione da sala. E poi vogliamo mettere avere nel proprio salotto di casa il gioco per il quale avevamo sperperato la nostra paghetta settimanale? D’ora in poi non sarebbe stato necessario recarsi in sala giochi ed attendere il nostro turno per giocare: sarebbe stato sufficiente collegare la console al televisore di casa e…VIA! Un’infinità di partite a costo zero! (Ma tanto in sala giochi si andava lo stesso per una moltitudine di ragioni che solo chi ha vissuto gli anni’80 può comprendere appieno!)
Certamente non possiamo paragonare questa versione casalinga alla controparte da sala perchè, pur disponendo la console Atari di 128 colori da impiegare nel gioco (come il Coin-Op), Namco decise di impiegarne molti di meno in Pole Position versione casalinga; inoltre la risoluzione massima offerta dal 2600 risulta essere di soli 160 x 192 pixels contro i 256 x 224 pixels della versione arcade.
E queste limitazioni grafiche si notano tutte, ma proprio tutte, giocando sul piccolo Atari: design essenziale e pochi colori impiegati nella realizzazione delle stesse, qualche cartello pubblicitario a bordo pista e prato circostante la pista inesistente e sostituito da un anonimo manto grigio topo!
Anche per quanto riguarda il comparto audio l’ago della bilancia pende, ma solo per pochissimo, verso il coin-op, dotato di un reparto sonoro più pulito e qualche effetto in più rispetto alla versione casalinga. Nulla comunque che faccia gridare al miracolo.
In sostanza una buona conversione casalinga, non priva di difetti ovviamente, ma capace di regalare ancora oggi piccoli momenti di relax in onore dei vecchi tempi!
Discorso diverso invece per quanto riguarda la versione PC di Pole Position che, come vedrete fra poco, risulta essere una vera ARCADE PERFECT (anche se qui parliamo di hardware ben più evoluto delle macchine Atari):
(NOTA: il buon Luca “TEX” Tessitore mi fa giustamente notare che, con molta probabilità, la versione PC che sto per presentarvi potrebbe essere un’edizione “riveduta e corretta” dei giorni nostri! E proprio per questo mi fornisce il video della conversione originale di Pole Position per PC (in grafica CGA) che troverete subito dopo il video della versione PC “aggiornata”)
VERSIONE PC AGGIORNATA
VERSIONE PC CGA ORIGINALE
E sono sicuro che il mio “collega” blogger Luca Tessitore, curatore dell’ottimo blog www.pcretrogames.blogspot.com non si lascerà sfuggire l’occasione di recensire questa splendida conversione per la sua macchina preferita!
Continuando potrete trovare di seguito una piccola chicca da collezione ovvero lo spot pubblicitario americano utilizzato per promuovere la versione di Pole Position per Atari 5200:
Come avrete capito Pole Position riscosse, nelle sua varie incarnazioni, un buon successo di mercato arrivando addirittura ad essere considerato quasi un pezzo da collezione per i possessori dello storico Atari 2600 (tra i quali il sottoscritto).
Di seguito potete apprezzare Pole Position nelle sue molteplici conversioni:
VIC-20
COMMODORE 64
ATARI 65XE
TEXAS INSTRUMENTS TI994A
INTELLIVISION
Per questo motivo Atari e Namco decisero di realizzare un seguito del titolo che tanta soddisfazione aveva dato loro e fu cosi che nel 1983 tirarono fuori dal cilindro l’ottimo Pole Position II! Ed anch’esso, ovviamente, venne convertito per le maggiori console domestiche, una fra tutte l’Atari 7800.
Ma di questo e del seguito non ufficiale di Pole Position II, tale Final Lap, parleremo a breve in un altro articolo.