PIT FIGHTER – All versions (1990)

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Verso la fine degli anni ’80, mentre i giocatori di tutto il mondo erano impegnati in avvincenti sfide al buon Street Fighter di Capcom (senza neppure immaginare che, nel 1991, sarebbe stato pubblicato IL beat’em up per eccellenza, ovvero STREET FIGHTER II), Atari decide di provare a contrastare lo strapotere della casa nipponica pubblicando PIT FIGHTER, gioco di combattimento “da strada” ma con una particolarità davvero interessante: l’utilizzo di grafica digitalizzata e di attori in carne ed ossa per impersonare i combattenti!

ARCADE


 

Tale tecnica innovativa, se utilizzata a dovere, avrebbe potuto davvero cambiare il modo di giocare i beat’em up ma, come vedremo, la cose andarono diversamente. Dovremo infatti attendere l’avvento di MORTAL KOMBAT di Midway per poter effettivamente godere appieno delle potenzialità e della bellezza di tale tecnica!

ARCADE

Pit Fighter viene appunto rilasciato nel 1990 in versione arcade per poi approdare, in seguito, su tutti quasi tutti i sistemi domestici disponibili all’epoca sui quali però sono stati mantenuti, ed in alcuni casi peggiorati dalle minori capacità tecniche dei sistemi casalinghi rispetto al coin op, tutti i difetti ed i limiti della versione da sala!
Nel titolo Atari potremo scegliere un combattente, da una rosa di tre, con il quale affrontare da soli o con un massimo di due amici, ben undici avversari per arrivare a combattere contro il famigerato Lottatore Mascherato.
I combattenti che potremo impersonare sono:

  • Ty , il classico campione di kickboxing
  • Buzz , ex campione di lotta libera
  • Kato , esperto di arti marziali

Gli avversari che dovremo affrontare invece sono:

  • Angel
  • Southside Jim
  • C.C. Rider
  • Mad Miles
  • Chainman Eddie
  • Executioner
  • Heavy Metal
  • Angel
  • Knife Woman
  • Knife Man;
  • Final Women

…ed ovviamente il Boss finale Masked Warrior (il già citato Lottatore mascherato)!

La prima cosa che salta all’occhio è la location: il gioco è ambientato nel mondo dei combattimenti clandestini quindi in luoghi sotterranei o nascosti al pubblico (da qui il titolo PIT=fossa/buco/cavità) e per questo non saremo più limitati a muoverci esclusivamente a destra e sinistra lungo l’area orizzontale di gioco (come in Street Fighter) bensì potremo spostarci anche “in profondità” nell’area che circoscrive il “ring” di combattimento.
Altra particolarità di Pit Fighter (oltre all’impostazione grafica ovviamente) è il fatto di poter utilizzare svariati oggetti da scagliare contro il nostro avversario e di poter “essere disturbati” dal pubblico presente durante l’incontro. Infatti durante il combattimento a volte gli spettatori ci lanceranno oggetti di vario tipo, solitamente pugnali, che utilizzeremo contro l’avversario assieme a barili, casse ed addirittura intere motociclette!
Fortunatamente durante gli incontri potremo sfruttare i Power Up contenuti in alcuni barili per raddoppiare, ma solo temporaneamente, la nostra potenza fisica e sconfiggere l’ avversario.
Ogni tre match disputati dovremo affrontare un incontro “allo specchio” (Grudge Match), ovvero contro noi stessi, prima di passare al successivo avversario e, qualora giocassimo in squadra con un amico, affrontare anche quest’ultimo prima di giungere al boss finale.
Il vincitore dell’incontro si troverà faccia a faccia con il Lottatore Mascherato, una specie di gigante con un’assurda maschera da hockey.

Fino a qui Pit Fighter sembra essere tutto sommato un buon gioco, se non fosse per alcune cosette che tutti noi non abbiamo per nulla digerito ai tempi!
Innanzitutto la grafica: pur offrendo sprite grossi e fondali parzialmente animati (in modo particolare il pubblico e il treno nel livello della metropolitana ad esempio) il tutto sembra realizzato in modo approssimativo con personaggi e sfondi poveri e poco dettagliati e pochi colori su schermo; noterete infatti che il pubblico è realizzato “in bianco e nero” tranne alcuni spettatori in primo piano.
Inoltre Pit Fighter pecca in quanto a sonoro, giocabilità limitata e mancanza di quella sensazione di ”far davvero male all’avversario” presente ad esempio in titoli come Mortal Kombat od il “solito” Street Fighter.
Quando colpiremo l’avversario infatti non avremo quella “soddisfazione”, restituita invece dai titoli sopracitati, anche a causa dell’assoluta mancanza di sangue visibile a video (non necessaria ovviamente ma che avrebbe contribuito a rendere più realistico il tutto). La traccia sonora di accompagnamento risulta veramente noiosa e scadente, eccezion fatta per le urla digitalizzate che tutto sommato raggiungono la sufficienza, cosi come le mosse disponibili decisamente limitate anche a causa dell’utilizzo di soli tre tasti (salto, calcio e pugno) che portano il giocatore ad utilizzare sempre e solo le solite tre o quattro tecniche premendo i tasti a caso.
Niente combo alla Street Fighter o mosse speciali purtroppo!

Ciliegina sulla torta (in senso negativo ovviamente) la mancanza di ripristino della barra energetica del nostro combattente tra un match e l’altro!! Proprio cosi: dovremo cominciare ogni nuovo combattimento con l’energia rimasta dal match precedente. Inutile dire che nelle versione arcade questo significava dover inserire un numero spropositato di monete per poter giungere al boss finale.

Pit Fighter venne convertito su molti home computer e console ma su nessuno di essi riusci a riscuotere successo anche a causa dei programmatori che si occuparono delle conversioni, incapaci di utilizzare a dovere le macchine e che riuscirono a peggiorare, qualora fosse possibile fare di peggio, il già mediocre gioco da sala.

COMMODORE 64

ZX SPECTRUM

AMIGA

SUPER NINTENDO

MEGA DRIVE

PC DOS


 

Il titolo Atari venne anche convertito su console portatili con risultati decisamente discutibili:

GAMEBOY

ATARI LINX


 

Concorderete con me che le conversioni per i sistemi casalinghi riescono ad essere addiritura peggiori della versione da sala (forse, e dico forse, si salva un poco solo la versione SNES). E’ necessario però ricordare che nei due anni successivi all’uscita di Pit Fighter, alcune di queste stesse macchine avrebbero fatto girare sui propri circuiti conversioni pressochè perfette di Street Fighter II e Mortal Kombat!
 

CONCLUDENDO: se sommiamo la limitata giocabilità di Pit Fighter ad una grafica poco piu che sufficiente (volendo essere buoni) ed un audio pessimo, possiamo renderci conto di quanto potesse davvero offrire di buono questo titolo a giocatori sempre piu esigenti resi tali da un giochino chiamato Street Fighter…

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Autore: Robert Grechi

Nato nel 1977 ho vissuto in prima persona la nascita dei videogames fin dal lontano 1982, anno in cui entro in possesso di uno splendido Colecovision e con il quale comincio la mia “carriera” videoludica! Da allora è stato un susseguirsi di Home Computer e Console che hanno ampliato ulteriormente l’interesse per i videogiochi al punto da aprire, nel mese di Luglio 2009, il blog Retrogaming Planet interamente dedicato al mondo videoludico anni ’80 – ‘ 90!

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