CHIP’S CHALLENGE – Commodore 64 (1990)

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“Their eyes met across the laboratory…the chemistry was instantaneous”

Perso nei più reconditi recessi del proprio encefalo, qualcuno dovrà pur ricordarsi di un gioco del genere! Imperdonabile a volte è questo dimenticare giochi che all’epoca sono stati un po’ mutilati da una critica forse intransigente (su certi aspetti, in altri abbastanza di manica larga) e da un pubblico disattento ma che, rivisti oggi, avrebbero pure una possibilità di restyling e di riconversione per il mondo mobile, tanto era buono, già all’epoca, il loro schema di gioco ed il gameplay. Per uno come me che, all’epoca, il cinema action era fonte d’ispirazione (ma che dico ispirazione, maestro di vita!), il vertere verso giochi che avessero una carica altrettanto simile nel gameplay era cosa che veniva da sé.
Eppure, quando mi capitò sotto gli occhi la pubblicità del suddetto gioco su un catalogo della US GOLD (era all’interno del box di ESWAT, se non sbaglio), la “chimica” fu istantanea! Ok, non proprio subitanea, visto che rimediai il gioco tempo dopo, ma va detto che la mia attenzione verso i puzzle/platform games era comunque altissima, e vedere l’ottima cover che accompagnava il gioco e sapere che all’interno c’erano più di 100 livelli da risolvere, era motivo di un interesse che sarebbe poi passato ad un fascino che ancora oggi accompagna questo come altri giochi con uno schema di gioco tutto loro.
Il tempo poi è signore ed il valore, se c’era, rimane anche dopo decenni.

Chip’s Challenge vede la luce per mano della EPYX (già in bancarotta dall’anno precedente ma ancora attiva per qualche anno come team di sviluppo) e distribuito dalla U.S. GOLD in un 1990 già folto di puzzle e platform games (Rainbow Islands e Creatures su tutti). Il gioco mostra nel suo plot di partenza un’ottima trama per un film tipo Tron ma con la componente “Tira più un…”: Chip, il nostro protagonista studente di liceo (e, diciamolo, molto nerd…), s’è invaghito di una ragazza (anche lei molto geek), tale Melinda, che risulta essere presidente dell’esclusivissimo club BIT BUSTERS.
Cosa fare per accedere al club e allo stesso tempo entrare nella grazie (!) della nerd girl? Ma ovviamente passare una prova d’iniziazione che consta di (soli!) 148 livelli di difficoltà varia e crescente dove il nostro personaggio dovrà raccogliere il numero richiesto di chip (?!) prima di completare ciascun livello, affrontando, con piglio 100% puzzle, trabocchetti, interruttori e chiavi specifiche, ostacoli e mostrini da labirinto/circuito.

COMMODORE 64


 

Se avete modo, vi invito comunque a gustarvi la traduzione italiana del plot sul retro della scatola: sembra fatta col traduttore di Google! Esposta la trama, resta passare ai fatti….
Il gameplay, come già detto, è vario e di varia difficoltà: la visuale è dall’alto (in modo da dare quel senso da “circuito elettrico” che l’estetica del gioco vuole suggerire) ed il nostro protagonista è il classico omino nel labirinto pronto a farsi guidare dalla nostra mano. I livelli sono ben strutturati, dal problemino di logica facile facile, al rompicapo snervante. In nostro soccorso esiste la possibilità di salvare i codici di ogni livello, evitando pure il problema di salvare le partite e riprendere direttamente dall’ultimo livello raggiunto (considerato che di salvare l’ultima partita giocata non se ne poteva proprio parlare su Commodore 64).
Oltre ovviamente al “trova-la-chiave-dello-stesso-colore-della-porta”, ci saranno interi percorsi da affrontare con l’apposito trucco, come attraversare corridoi di fuoco o invasi dal ghiaccio, oppure spostare cubi così che possano farci da ponte sugli ostacoli d’acqua. Per aggravare la difficoltà generale, alcuni livelli hanno un tempo limite per essere risolti. Ovvio che alcuni livelli richiedono più strategia di altri e l’arrivo verso il 148° livello non sarà certo immediato!

In sostanza il gioco è già tutto qui: un platform/puzzle più che altro carico di rompicapi che di altro. E’ lì, infatti, che il gioco colpisce: un bel compendio di problemi logico/logistici come non ne troverete altrove!
 

Il gioco in sé è un chiaro porting della (non saprei dire quanto più famosa) versione per Atari Lynx, uscita l’anno precedente, all’epoca vera attrattiva di tutto il divertimento videoludico portatile. E, se devo considerare la giocabilissima versione portatile ed in linea con la produzione lynxiana, la versione per Commodore 64 gli è superiore per grafica e per sonoro (il SID non perdona!) ma entrambi comunque non gonfiati in favore dell’alta quantità di livelli.

ATARI LYNX


 

La versione Amiga è quella decisamente superiore sul lato tecnico, mentre in quanto a giocabilità risulta identica alle altre due versioni precedentemente citate; con Atari ST invece scendiamo sempre un paio di scalini sotto, in quanto a realizzazione tecnica (ripeto, gameplay invariato, anche qui).

AMIGA


 

ATARI ST


 

Rimangono le versioni per ZX Spectrum ed Amstrad, entrambe diverse graficamente ma sostanzialmente unite anche qui dal medesimo schema/gameplay e anche da un comparto sonoro che, insieme alla versione ST, sembra sia stato realizzato con i mortaretti!

ZX SPECTRUM


 

AMSTRAD CPC


 

Per PC vennero realizzate due versioni, sia per DOS che per Windows, interamente ad opera della Epyx ma tardive di quasi 3 anni, mostrandosi differenti fra loro a cominciare da un (orrendo) packaging e da un aspetto grafico, più rotondo e similare ad un certo stile dell’era di Windows ’92 (infatti fu incluso nel Windows Game Pack), che ha portato il nostro sprite principale da uno studente di scuola superiore ad un bimbetto paffutello, con in più uno scrolling da pattinaggio sul ghiaccio!

PC DOS


 

PC WINDOWS


 

Quando parlavo di applicazione di vecchi puzzle games all’attuale mercato mobile delle apps, non credo di essere andato troppo fuori luogo, in quanto qualche anno fa, il creatore Chuck Sommerville ha partecipato alla realizzazione di Chuck’s Challenge e Chuck’s Challenge 3D per IOS, giochi con visuale a ¾ che riprendono lo stesso layout dello storico gioco. Ma, sorpresa sorpresa, è di qualche settimana fa l’uscita su Steam del seguito ufficiale Chip’s Challenge 2, nientemeno QUEL sequel che doveva uscire già nel lontano ’92 e che invece non vide mai la luce a causa di problemi con il copyright.
In definitiva, non stiamo parlando di super giochi come Tetris o Boulder Dash, ma ci siamo molto vicini per quanto riguarda la giocabilità e la longevità. A voi il joystick, ora!
 

CURIOSITA’: esisteva già, sempre per mano della Epyx, un gioco con un tema simile, tale Chipwits, edito nel 1985. Il gioco resentava una struttura dei livelli davvero non molto dissimile a quelle del geek di uno lustro successivo, soltanto che il protagonista, in questo caso, era un robot con occhiali da sole e pattini!

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Autore: Francesco Romano

Classe 1980, riceve il suo primo Vic20 a 5 anni e solo nel 1990 passa al Commodore 64, con il quale fissa in maniera indelebile il suo sodalizio con il divertimento in pixel. Si mantiene costantemente informato sul mondo a 16bit, nonostante decida di passare direttamente al pc solo nel ’96! Un tardivo digitale, decisamente…

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