INTERVISTA SCRITTA DA GIANCARLO CALZETTA SU TRACCIA DI RGP
Dopo BONAVENTURA DI BELLO, CARLO SANTAGOSTINO, PAOLO BESSER e DAVIDE CORRADO (questi ultimi i fondatori del duo BovaByte), continuiamo con le interviste ai redattori storici delle riviste Xenia: oggi è il turno di GIANCARLO CALZETTA, meglio conosciuto come JH…
RGP: Ciao Giancarlo, innanzitutto ti ringrazio per aver accettato di realizzare quest’intervista che, sono sicuro, sarà ampiamente apprezzata dai lettori di Retrogaming Planet! Prima di cominciare con l’intervista vera e propria vorremmo però conoscere le tue “origini” ovvero dove e quando sei nato?
JH: Io sono nato a Cosenza, in Calabria, nel 1971. Diciamo che ormai sono “un uomo d’esperienza”…
RGP: Come sappiamo all’epoca le sale giochi erano molto diffuse in tutta Italia, sia nelle grandi città che nei piccoli centri; tu eri un assiduo frequentatore di questi luoghi o ti tenevi a debita distanza?
JH: Senza ombra di dubbio ero un assiduo frequentatore di sale giochi dai tempi di Space Invaders e Phoenix, fino al periodo della decadenza.
RGP: Quale/i coin-op ricordi con maggiore affetto ?
JH: Beh, Donkey Kong ha significato molto per me: ero in vacanza ed è stato un colpo di fulmine! Saltare i barili era veramente difficile ai tempi ma ho perseverato fino a fare il giro dei livelli per 3 volte. In seguito mi sono rimasti nel cuore Forgotten Realms e Burning Rubber, quest’ultimo utilizzato ancora oggi sul MAME di tanto in tanto.
RGP: Con l’avvento delle prime console casalinghe, fra le quali gli storici Intellivision, Colecovision e Atari VCS, e degli Home Computer come lo ZX Spectrum ed in particolare il Commodore 64, la vita dei ragazzini dell’epoca venne completamente stravolta. Finalmente era possibile poter giocare i maggiori successi da sala sulle proprie console (con le dovute differenze causate dalla minor potenza di calcolo delle macchine casalinghe). Come hai vissuto questo magico periodo?
JH: Direi di averlo vissuto intensamente al punto di voler intraprendere la carriera di programmatore di videogiochi! Le conversioni non erano certo fedeli ma il fatto di poterci giocare senza dover infilare il gettone non era certo da sottovalutare. Più che le conversioni, però, mi piacevano i giochi “originali” e pensati per le macchine sulle quelli dovevano effettivamente poi girare. Così non si doveva scendere a compromessi.
RGP: Qual è stato il primo home computer sul quale hai messo le mani?
JH: Mmm non ricordo esattamente. Il mio primo computer è stato il Vic 20, comprato con quanto guadagnato lavorando durante l’estate. Lo acquistai senza registratore di cassette e quindi avevo uno splendido computer che non poteva caricare nulla. Per questo, probabilmente, ho imparato a programmare così in fretta: altrimenti avrei tenuto il Vic 20 a prender polvere…
RGP: Naturalmente il tuo nome è conosciuto nel mondo videoludico grazie al contributo dato come redattore per le riviste Xenia, quali Zzap! e TGM ma in pochi forse sanno che i tuoi primi passi nel mondo informatico sono cominciati come programmatore di giochi per Commodore 64. Cosa ci puoi dire a riguardo? Ma soprattutto hai imparato a programmare da autodidatta o hai seguito corsi specifici?
JH: Ovviamente i primi videogiochi che ho programmato non sono stati per C64 bensì Vic 20. In BASIC mi divertivo molto a creare dei simulatori o RPG che poi trovavo anche molto coinvolgenti (mi accontentavo di poco all’epoca).
Ricordo un RPG in stile libro game ed un gioco di esplorazione spaziale ispirato alla saga di Star Trek… Ma il gioco più complesso realizzato per Vic 20 fu una sorta di Breakout realizzato in BASIC e linguaggio macchina (non Assembler, proprio linguaggio macchina): il Basic spostava la pallina e seguiva la logica di gioco mentre una routine in linguaggio macchina spostava la stanghetta.
RGP: Tornando al discorso Xenia in quegli anni si affacciava sulla scena editoriale una rivista che, in seguito, sarebbe diventata il punto di riferimento per ogni videogiocatore degno di tale nome: Zzap! fondata e diretta da Bonaventura Di Bello! Immagino tu ne sia stato un assiduo lettore giusto?
JH: Assolutamente sì! Come tutti gli appassionati di videogiochi a quei tempi, divoravo la rivista appena raggiungeva l’edicola. Zzap! era anche la bibbia per scegliere quali videogiochi comprare in edicola e quali comprare in confezione completa. Le mance ai tempi erano risicate quindi bisognava scegliere moooolto attentamente!
È stato bellissimo incontrare poi di persona tutti i redattori che leggevo abitualmente.
RGP: Quando hai deciso di trasformare la tua passione in un vero e proprio lavoro passando “dall’altra parte della barricata”?
JH: Da sempre! Io ero un lettore ma ho sempre desiderato fare il programmatore di videogiochi. Infatti appena si è sviluppato il movimento dei publisher italiani ho mandato un paio di demo a Genias e Idea: entrambi mi hanno poi ricontattato ed è stato proprio grazie a Fabio Rossi, ex caporedattore di Zzap! e consulente per Genias, che sono poi entrato nella redazione di Zzap!
RGP: Com’è avvenuto il tuo ingresso in Xenia e cosa hai provato quando hai messo piede, per la prima volta, nella redazione di Zzap!?
JH: Il mio arrivo in Xenia è stato quantomeno particolare… Potrei dire di esser entrato dalla finestra più che dalla porta! Infatti quando incontrai Fabio Rossi per fargli valutare la mia demo per C64, chiesi come aveva fatto a entrare nella redazione e lui mi rispose semplicemente: “Ho telefonato, mi hanno detto che cercavano qualcuno e quindi sono andato a lavorare da loro!” Allora il giorno dopo feci la stessa cosa: telefonai in redazione dove Stefano Gallarini mi disse che stavano proprio “rifondando” la redazione.
Stefano fissò un colloquio chiedendomi di portare con me una prova: perse il mio dischetto per ben cinque volte! Poi, una sera, mi ritrovai al Photon di Lissone a giocare con tutto il gotha del giornalismo videoludico del tempo (serata organizzata sempre da Fabio Rossi) e proprio in quell’occasione conobbi MARCO AULETTA con il quale diventai subito amico.
Qualche giorno dopo proprio Marco mi assegnò la prima recensione da scrivere: VIZ.
RGP: Di cosa ti occupavi esattamente in redazione?
JH: inizialmente entrai come redattore per passare, dopo sei mesi circa, al ruolo di caporedattore. In pratica il redattore testava i giochi e scriveva la recensione (prendendo anche le foto, cosa non banale a quei tempi) mentre il caporedattore rileggeva tutti i testi, li sistemava e curava ogni aspetto della creazione della rivista. Un vero delirio…
RGP: Come dicevo poco fa Zzap! (che ricordiamo occuparsi esclusivamente di macchine a 8 bit) ha fatto la storia del mondo videoludico editoriale italiano ma, con l’avvento di Home Computer sempre più potenti quali Amiga e PC, ha dovuto per forza di cose cedere il passo al fratello maggiore The Games Machine (attualmente la rivista videoludica più longeva della storia). Se è vero che Zzap! ha regnato incontrastata negli anni ’80, è altrettanto vero che gli anni ’90 sono stati in pratica “monopolizzati” da The Games Machine! Come è cambiato il vostro modo di lavorare per realizzare due riviste cosi diverse?
JH: Il metodo di lavoro era assolutamente identico: caos assoluto! Si passavano tre settimane a giocare ed una a lavorare come pazzi per chiudere la rivista in tempo.
RGP: Dagli articoli pubblicati all’epoca non era infatti difficile intuire l’atmosfera allegra e giocosa che si respirava in redazione…più una sorta di “circolino dove la gente andava a veniva a qualunque ora del giorno della notte causando, non poche volte, l’ira dei condomini vicini” (come disse una volta il buon RAFFAELE SOGNI)! Ci racconti qualche avventura o aneddoto relativo a quei tempi?
JH: Di aneddoti ce ne sarebbero miliardi ma ti basterà sapere che abbiamo dovuto lasciare la redazione in Via Farini perché gli abitanti del palazzo erano stufi del nostro viavai!
RGP: Per quale motivo hai deciso di abbandonare TGM e la Xenia e di cosa ti sei occupato in seguito?
JH: Ho lasciato la Xenia per entrare nella redazione di Computer Reseller News, una rivista di Informatica dedicata al canale di distribuzione. Una cosa molto diversa, ma estremamente interessante.Era, inoltre, un settimanale e quindi una sfida quantomeno elettrizzante per un giovane come me.
RGP: Navigando in rete ho scoperto il tuo sito dedicato all’astronomia (www.astroinfo.it), una delle tue più grandi passioni…
JH: Eh sì! Son cresciuto a pane e Quark e negli anni ‘80/90 si parlava molto di spazio nelle trasmissioni TV. Ho ripreso però attivamente questa passione solo da quando è nata mia figlia. Dovevo pur impiegare il tempo in cui non dormivo più…
RGP: Attualmente invece qual è la tua occupazione principale?
JH: Il giornalismo, come sempre. Scrivo per il Corriere della Sera, per Tom’s Hardware e altre riviste di settore, anche se saltuariamente. Mi occupo anche di enigmistica con particolare riferimento alle riviste di Sudoku.
RGP: Un’ultima domanda: apertura di musei a carattere videoludico, eventi dedicati al retrogaming nonchè siti e blog a tema aperti a ritmo esponenziale negli ultimi due anni…cosa pensi di questo rinnovato interesse per il retrogaming?
JH: Non credo si tratti di un rinnovato interesse ma di una voglia di rinverdire i “bei tempi” da parte di chi ci lavorava e adesso sta invecchiando. Sono però molto contento che tutte queste manifestazioni si stiano concretizzando perché è comunque bello fare un tuffo nel passato e avere numerose testimonianze di come è iniziato tutto .
RGP: Assolutamente d’accordo! Non posso far altro che ringraziare Giancarlo per questo bellissimo tuffo nel passato videoludico/editoriale italiano…momenti indimenticabili che tutti noi retrogamers conserveremo per sempre nel cuore!
JH: Di nulla e grazie a voi per avermi fatto ricordare i bei tempi andati!