FILM – GREMLINS (1984)

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Gremlins fa parte di una tipologia di pellicole ormai del tutto estinte, un tipo di pellicola che possiede nel suo linguaggio la componente (o plusvalore, secondo l’opinione di chi scrive) dell’ambiguità narrativo/stilistica.
Esistono pellicole che ci hanno in qualche maniera destabilizzato, sia per i contenuti sia per lo stile con cui le dinamiche filmiche sono espresse. Un ottimo esempio sulla scelta del mood del film, diviso tra un piede nella visione rassicurante per lo spettatore e quella che se ne fa beffe, sconvolgendo l’andazzo del film, ce lo offre un buon parco di pellicole degli anni 80.
Tra queste è necessario citare filmoni del cinema di genere ossia Un Lupo Mannaro Americano a Londra e La Casa : entrambi possiedono un linguaggio che destabilizzò e stranì le audience dell’epoca, ovvero una verve fortemente comica quasi a scadere nello slapstick, pur essendo portatori delle scene più truculente mai viste (almeno all’epoca) al cinema.
Come si può sostenere una scena come quella della trasformazione di David nella quale possiamo quasi introiettare l’inumano dolore della sua mutazione in un lupo mannaro, per poi vederlo chiacchierare in una paradossale conversazione al limite del demenziale con le sue vittime ridotte a spettri con i segni delle sue terribili mutilazioni in un cinema porno?
E nella Casa 2 il protagonista Ash, da poco monco di una mano (posseduta!) e in balia del male (che successivamente lo inghiottirà) che lo circonda, si fa delle grasse risate con il mobilio (!) della casa che si è animato dopo una rovinosa caduta da una sedia rotta…
Possiamo dire che, per un assurdo gioco di contrasti, le parti comiche fanno scendere la tensione che coglie decisamente impreparati gli spettatori subito dopo in un inaspettato colpo di scena, il più delle volte rapido e sconvolgente.

(Cliccare sulle immagini per ingrandirle)

Riunione

Nel caso di Gremlins, invece, la sua natura di film fantastico lo mette su un piano diverso dagli esempi citati: prima di tutto perché è una pellicola che doveva comunque assicurarsi più segmenti di pubblico e poi perché una regia come quella di Joe Dante non poteva comunque limitarsi ad un filmetto con esserini pelosi che fanno “marachelle”…
Come la voce fuori campo dell’introduzione ci fa intendere, giovane Billy Peltzer (Zach Galligan, nel ruolo che gli ha dato notorietà, anche se il suo nome resterà per sempre relegato al mondo dei b-movie ad vitam), sta per ricevere in regalo per natale il mogway GIZMO, un insolito animaletto dal tenero aspetto (e dalle doti canore insolite per un animale) scovato dal papà inventore (sua è la voce narrante a inizio e fine film) in un negozio di cianfrusaglie a ChinaTown.
Quello che però sembra un innocuo animale esotico nasconde in realtà una natura ambigua e, come vedremo, pericolosissima…
Come avvertimento, il nipote del negoziante esorta infatti il nostro protagonista a:

  • Non esporre il mogway alla luce diretta del sole
  • Non mettere il nostro piccolo amico a contatto con l’acqua
  • Non dargli, PER NESSUNA RAGIONE AL MONDO, da mangiare dopo la mezzanotte

Più avanti vedremo come una ad una queste regole verranno disattese, con risultati devastanti!
Prima Billy o meglio, il suo amico Pete (interpretato da un Corey Feldman pre-Goonies) rovescia inavvertitamente dell’acqua su Gizmo con il risultato di vederlo moltiplicarsi letteralmente e purtroppo i nuovi arrivati non saranno altrettanto bravi e buoni come il loro fautore (tanto bravo che addirittura durante un duetto voce-tastiera indica a Billy le giuste note da suonare). Si passa quindi al peggiore dei pericoli, voluto in primis dai mogways: cibarsi dopo la mezzanotte, con uno stratagemma, ed innescare l’orrenda mutazione!
E qui il film prende una piega diversa dal percorso narrativo finora tracciato…se prima era la storia di un giovane un pò sfigato (sia nella vita quotidiana che al lavoro) che si ritrova con un animale da compagna diverso dal solito (avendo comunque già un cane, Barney, interpretato dalla stella a quattro zampe Mushroom), ora ci si ritrova con degli orrendi bozzoli, a metà strada tra i baccelli de L’Invasione degli Ultracorpi ed Alien, che racchiudono gli ex-mogways!
Ed i risultati non tarderanno ad arrivare: prima dal professore di scienze della scuola (dove Billy ha portato ad analizzare uno dei mogway) e poi a casa, dove gli involucri si schiuderanno, liberando i malefici gremlins.
In un incedere di climax tipicamente hitchcockiano, vediamo come il Male coglie in contropiede l’ignaro professore di scienze (ucciso da un’iniezione letale) e la mamma di Billy che, se in un primo momento sembra essere la prossima vittima dei demoni verdi, reagisce poi maniera abbastanza subitanea e violenta, eliminando i tre gremlins tra coltellate, triturazioni e cottura al microonde. Poco prima di essere fatta fuori dall’ultimo gremlin rimasto, Billy interviene decapitando quest’ultimo con una spada prima utilizzata come soprammobile.

Quanto descritto esula totalmente dal mood della prima parte, aumentando notevolmente il ritmo del film e non lesinando con la violenza (seppure perpetrata da e su dei pupazzi).
Quello che succede subito dopo però fa precipitare gli eventi: Billy segue Stripe (Ciuffo Bianco, in italia) l’ultimo gremlin sopravvissuto, ovvero la nemesi di Gizmo, all’interno della piscina comunale. Ovviamente un tuffo all’interno della vasca trasforma il film da “fantastico-commedia nera” (così lo definisce Wikipedia) a un quasi disaster-movie.
Ora sono centinaia i gremlins in città e l’occasione si fa ghiotta per vedere cosa può fare un’orda burlona ma nefasta all’ordine civile: se da un lato i danni saranno dei “dispetti” su ampia scala, dall’altra i demonietti saranno artefici di veri giochi sadici, come quello ai danni dell’odiosa signora Deagle (in questo però sono più degli “angeli vendicatori”), letteralmente “sparata” fuori da casa propria.
Billy e Gizmo (che intanto è stato recuperato dopo essere stato seviziato dai gremlins) si ritrovano quindi in mezzo al caos tentando di salvare l’amica Kate (interpretata da una Pheobe Cates al top della popolarità), intrappolata nel pub dove lavora da un nutrito gruppo di mostriciattoli di varia natura: c’è il gremlin ballerino, quello videogamer (alle prese col cabinato di Star Wars!), il fumatore incallito ed un siparietto tra gremlins comico-noir.
Salvata Kate dall’impiccio (con il flash di una Polaroid!), i nostri si dirigono dove convergono tutti i gremlins della città, ovvero il cinema nel quale sta per partire una proiezione di Biancave e i sette nani! E’ molto importante questa sequenza di film nel film in quanto, oltre ad essere il cartone fantastico che vede sè stesso al cinema, sarà riproposta in formula ancora più meta-cinematografica nel sequel GREMLINS 2.

I nostri protagonisti riescono, con fatica, a far saltare l’intero cinema con l’intera popolazione gremlin all’interno (tra di loro ne figura uno con le orecchie di Topolino) sfruttando una fuga di gas. L’unico a salvarsi, perché uscito a sbafarsi di leccornie, è la nemesi Stripe che si rifugia in un centro commerciale dove, tra attimi di tensione con armi mortali (Stripe per poco non sega in due Billy con una sega circolare, per poi passare ad un ben più immediato revolver), l’intervento del piccolo Gizmo sventa l’ennesima moltiplicazione del cattivone dentro una fontana cogliendolo di sorpresa ed aprendo la serranda che svela la luce del mattino, uccidendo all’istante il demone verde non prima d’aver fatto una morte abbastanza raccapricciante.
Il film si chiude con l’arrivo in casa Peltzer del legittimo proprietario del mogway, ovvero il negoziante cinese (interpretato da Keye Luke, vecchio attore cino-americano che negli ’80 ha trovato un inaspettata rivalutazione), che si riprende Gizmo rimproverando la mancanza di responsabilità nel gestire una creatura così particolare, tipico di una società consumista e facilona. Dopo questo monito e la promessa che un giorno Gizmo e Billy si ricongiungeranno, il mogway saluta con un quasi umano “Bye, Billy!”.
Per quanto riguarda l’uscita del film all’epoca, con un impiego di soli 11 milioni di dollari, la pellicola incassò, tra botteghino e home video, qualcosa come oltre 230 milioni di dollari! Inutile dire che fu un periodo fecondo e fortunato per il cinefantastico, visto che il film fu coevo di altrettanti blockbusters: Indiana Jones e il Tempio Maledetto e Ghostbusters, tanto per citarne un paio.
Senza parlare di cosa scatenò sulla lunga distanza: pupazzi, videogiochi (di cui parliamo qui) e pure un sequel ad un lustro di distanza: Gremlins 2 – La Nuova Stirpe. Il sequel, forte comunque di un budget più elevato, non riuscì però ad eguagliare il predecessore (solo in termini economici però in quanto il film in sé è spassoso).

Gremlins_1

I motivi che resero grande questa pellicola e che lo fanno reggere alla prova del tempo, è ovviamente il comparto estetico (da considerare il fatto che si parla di un’epoca nella quale gli effetti cinematografici erano ancora decisamente artigianali ed animatronici) dove il personaggio principale è reso in modo efficace, cast e ambientazione azzeccati (tanto che la location verrà riutilizzata per Ritorno al Futuro!), soundtrack memorabile, citazionismo del cinema coevo e d’annata (sono presenti infatti citazioni dirette da Indiana Jones, Ai Confini della Realtà, E.T. ed omaggi conclamati a La Vita è una Cosa Meravigliosa), camei d’eccezione quali il grande cartoonist Chuck Jones e Steven Spielberg, tra l’altro anche produttore esecutivo, ed infine un bilanciamento perfetto tra le parti horror e quelle comiche.
Oltretutto, la versione finale della sceneggiatura, è priva di sostanziali passaggi: all’inizio Gizmo doveva trasformarsi nel gremlin cattivo ma una visione così pessimista avrebbe reso troppo drammatica la trama, quindi Spielberg in persona chiese di correggere questo passaggio. Inoltre in una scena l’orda gremlin avrebbe dovuto irrompere in un McDonald’s e divorarne gli avventori schifando gli hamburgers!

Per quanto riguarda il film riportato su DVD ai giorni nostri per usufrutto collettivo, esiste soltanto la versione del 2000 con il solo trailer come Bonus, mentre in italia è ancora “desaparecida” la versione speciale del 2002.
Per ritornare a quanto detto ad inizio articolo, nell’ambito del cinema di genere mancano al giorno d’oggi films di questo tipo: grandi budget sì ma con un’ambiguità di fondo, con più livelli di lettura e di linguaggio, mentre abbondano le pellicole con chiavi di lettura rassicuranti o che non permettano allo spettatore di andare oltre il singolo aspetto del film.
In pratica, non si osa più…

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Autore: Francesco Romano

Classe 1980, riceve il suo primo Vic20 a 5 anni e solo nel 1990 passa al Commodore 64, con il quale fissa in maniera indelebile il suo sodalizio con il divertimento in pixel. Si mantiene costantemente informato sul mondo a 16bit, nonostante decida di passare direttamente al pc solo nel ’96! Un tardivo digitale, decisamente…

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